Sextortion truffa online: come difendersi
In questo articolo parleremo di Sextortion, una pratica molto diffusa nell’era dei social.
A tal proposito potremmo suggerirti anche la lettura di un altro articolo che tratta di ransomware, clicca qui, che analizza anch’esso la piaga dei ricatti online.
Tornando alle Sextortion, analizziamo intanto il significato del termine.
Un termine composto, da Sex ed Extorsion, che implica la minaccia di diffusione e pubblicazione di immagini o video a sfondo sessuale che ritraggono la vittima.
Come avviene la trappola e in cosa consiste
Si tratta di un ricatto a sfondo sessuale cui si può andare incontro attraverso i canali social. Contrariamente al “Revenge Porn” l’estorsore probabilmente non conosce dal vivo la vittima e non agisce per vendetta ma per denaro.
Inoltre l’estorsione non avviene unicamente con una modalità, infatti una volta ottenuti dati o video compromettenti, l’estorsore può agire in diverse modalità, anche piuttosto convincenti.
Incastrando così la vittima in una spirale di eventi, una trappola da cui sarà difficile uscire.
Secondo gli ultimi dati della polizia postale, le vittime più frequenti sono gli adolescenti tra i 15 e i 17 anni, facilmente adescabili e curiosi di esplorare la loro sessualità.
Sfruttando quindi anche la loro vergogna, l’estorsore è quasi certo che i genitori non verranno allertati. Dunque quasi certamente non vi sarà alcuna denuncia.
Come avviene il ricatto
Il ricatto avviene solo dopo aver guadagnato la fiducia della vittima e dopo essere riusciti a carpire immagini o video che ritraggono in modo inequivocabile in atti osceni.
Immortalando quindi genitali, masturbazione o quant’altro della vittima in chat o in videoconferenza, tramite quindi un collegamento diretto tra vittima ed estorsore.
Questa è la modalità più frequente, ma non l’unica. Infatti è possibile anche che queste immagini vengano vendute, cedute, scambiate o rubate in altro modo, senza quindi un contatto diretto tra la vittima e l’estorsore.
Dunque il primo passo prevede che l’estorsore debba prima dimostrare di avere nelle proprie mani del materiale compromettente.
Quindi l’estorsore procede con la richiesta di un primo riscatto, sulla minaccia della pubblicazione, viene spesso chiesto altro materiale o qualche euro, importi molto contenuti come primo step.
Psicologia della vittima
Si crea quindi un susseguirsi di eventi, un escalation di estorsioni successive. Un crescendo di richieste che porta la vittima a non uscirne più.
Il primo ricatto infatti serve solo ad alzare la posta in gioco, la vittima infatti cede pensando di cavarsela con poco ma inconsapevolmente fornisce solo ulteriori strumenti con la quale l’estorsore può ricattarla.
La vittima se ha pagato una prima estorsione vorrà evitare di perdere i soldi già pagati, dunque sarà più propensa ad accettare una nuova estorsione nella speranza che sia l’ultima.
Infine ancora, in caso di denuncia, vi è la certezza che l’estorsore arrivi a pubblicare il materiale ottenuto fino a quel momento.
La sextortion è un reato a tutti gli effetti ed è importante denunciare il fenomeno quanto prima possibile.
Non denunciarlo significa mettere l’estorsore in una posizione di potere, dalla quale è difficile smuoverlo. L’assenza di denuncia impedisce a chi dovrebbe indagare di sapere cosa sta succedendo, per intervenire in tempi rapidi.
Cosa non fare in caso di Sextorsion
La prima cosa da fare dopo aver subito una sextorsion è sicuramente una denuncia alle forze dell’ordine. Successivamente è importante verificare la sicurezza dei propri account social e telefono.
Se necessario cambiare le credenziali, dove possibile rafforzare con sistemi 2FA (due fattori) e se possibile rendere privati i propri account social.
Nel caso di Facebook puoi impostare nei parametri di privacy di accettare tag solo agli amici, puoi bloccare persone indesiderate o vicine alla persona che vorresti allontanare.
Tuttavia l’estorsore potrà creare secondi o terzi profili, dunque è fondamentale evitare di accettare qualunque nuova richiesta di amicizia, specialmente da sconosciuti, per almeno un mesetto.
Un esempio invece di cosa da non fare assolutamente, è quella di insultare o minacciare a tua volta l’estorsore, infatti quest’ultimo potrebbe denunciarti a sua volta prima di te. Ottenendo così priorità da parte delle forze dell’ordine.
Noi di Made speriamo con questo articolo di essere riusciti ad esserti stati utili.